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DEFINIZIONE DI OCCHIO SECCO (DED: Dry Eye Disease)

L’occhio secco è uno dei temi più diffusi e allo stesso tempo più complessi nel campo dell’oftalmologia. Le cause principali della diffusione sono:

  • invecchiamento della popolazione
  • peggioramento delle condizioni ambientali
  • incremento dell’utilizzo dei videoterminali.

Negli ultimi 30 anni è decisamente aumentata la consapevolezza di doversi occupare di occhio secco: la sua natura complessa e l’alto numero di pazienti che ne soffrono meritano attenzione e studio. Il risultato di questo “cambio di mentalità” è il passaggio da “disturbo” a “malattia”. Il riconoscimento della condizione patologica, dello “status” di sindrome ci ha condotto alla definizione del seminario TFOS DEWS II (2017):

«L’occhio secco è una malattia multifattoriale della superficie oculare caratterizzata da una perdita di omeostasi del film lacrimale e accompagnata da sintomi oculari, in cui l’instabilità e l’iperosmolarità del film lacrimale, l’infiammazione e le lesioni della superficie oculare e le anomalie neurosensoriali svolgono ruoli eziologici».

 

La multifattorialità della DED (Dry Eye Disease) sta a significare che si tratta di una patologia in cui concorrono cause e influenze che interagiscono tra di loro. L’area colpita, la superficie oculare, comprende cornea, congiuntiva, palpebre, ciglia, ghiandole lacrimali, ghiandole di Meibomio, film lacrimale, ecc… Proprio il film lacrimale svolge all’interno dell’apparato visivo un ruolo di primaria importanza: lubrifica e protegge lo strato più esterno dell’occhio, mantenendola liscio e refrattivo al fine di ottimizzare la capacità di visiva.

Il film lacrimale si divide in:

  • acquoso
  • mucoso
  • lipidico

Nei pazienti sani vi è un ricambio totale del film lacrimale ogni 16 minuti grazie ai battiti palpebrali (600-700 in un’ora).

TIPOLOGIE DI OCCHIO SECCO

Esistono due forme principali di occhio secco:

  • mancanza della componente acquosa
  • dovuto ad un eccessiva evaporazione

Il primo, secondo la sintomatologia riferita dai pazienti, provoca bruciore, fotofobia e visione offuscata. Nella maggiore parte dei casi è strettamente correlato a condizioni ambientali che limitano l’umidità (aria condizionata) o all’utilizzo prolungato di videoterminali.

Proprio i video terminalisti sono tra i soggetti più a rischio sindrome dell’occhio secco. Circa il 50% di questa categoria di lavorativi presenta sintomi ricondocuibili alla DED. Le condizioni ambientali e luminose, infatti, riducono drasticamente l’ammiccamento. La frequenza standard è di 20 ammiccamenti al minuto, ma in questi casi (come in altre circostanze di massima concentrazione, come ad esempio lo studio) può arrivare a 1 ammiccamento al minuto.

Il secondo è dovuto, molto spesso, a una disfunzione delle ghiandole di Meibomio, che si occupano della produzione dello strato lipidico e più esterno del film lacrimale. Mancando questo strato protettivo, la componente acquosa evapora troppo velocemente.

La forma più frequente di occhio secco riguarda proprio il mal funzionamento delle ghiandole di Meibomio, che si occupano della produzione dello strato lipidico.

Un’altra tra le cause principali è l’utilizzo delle lenti a contatto: anche le LAC diminuiscono la sensibilità corneale e la frequenza di ammiccamento.

visita dr Luigi Lodigiani oculista a Piacenza

COME FUNZIONA LA VISITA OCULISTICA SPECIALISTICA

La sindrome dell’occhio secco rappresenta uno dei più comuni motivi di visita oculistica. Queste le varie tappe della consulenza di un medico specialista:

  • Anamnesi: raccolta dei sintomi riferiti dal paziente e comprensione del suo stile di vita quotidiano
  • Esame obiettivo: ispezione della cute e del volto del paziente. Viene controllata anche la frequenza di ammiccamento
  • Test diagnostici al fine di studiare:
    • stabilità, flusso, composizione e iperosmolarità del film lacrimale
    • integrità della superficie oculare.

Presso la clinica Vista Vision di Firenze è presente lo strumento di ultima generazione Tear Check. Si tratta di un sistema diagnostico che restituisce uno studio oggettivo dell’occhio secco. L’analisi si basa su esami che permettono di indagare in profondità:

  • Questionario Paziente per una panoramica sulla sintomatologia soggettiva e sulle attività quotidiane del paziente
  • Break Up Time
  • Valutazione stabilità del film lacrimale
  • Analisi ghiandole di Meibomio
  • Blinking Test
  • Valutazione stato infiammazione superficie oculare
  • Valutazione rossore oculare
  • Valutazione della capacità di ammiccamento.

SOLUZIONI PER LA SINDROME DELL’OCCHIO SECCO: TERAPIE e TRATTAMENTI

Trattandosi di una patologia multifattoriale, le linee guida terapeutiche suggeriscono un approccio graduale, che possa passare da uno step all’altro in funzione della gravità della DED. Uno degli aspetti principali nel percorso di cura è la collaborazione del paziente, che deve esserne parte integrante e protagonista: iniziali risultati positivi potrebbero condurre a un’interruzione della cura, che però potrebbe provocare un netto peggioramento nella qualità di vita. La cura della DED, infatti, ha una forte natura continuativa e ripetitiva nel tempo.

Nelle forme più lievi si prediligono colliri (lacrimali artificiali) che hanno il ruolo di sopperire il deficit del film lacrimale.

Presso la clinica Vista Vision di Firenze è presente lo strumento di ultima generazione LUCE PULSATA E-EYE: una nuova tecnologia a luce pulsata nell’ambito dell’oftalmologia IRPL (Intense Regulated Pulsed Light). L’apparecchio è in grado di produrre sequenze di impulsi luminosi perfettamente calibrate e omogenee, la cui energia è precisamente determinati per stimolare le ghiandole di Meibomio e ripristinare il loro naturale funzionamento.

Il trattamento è semplice, indolore e la seduta dura pochi minuti. La stimolazione permette alle ghiandole del Meibomio di riprendere la propria normale funzione già dopo 2 ore dal trattamento. Il successo completo della terapia, però, si ha solo se si esegue il protocollo completo che consiste in 3 o 4 sedute che si ripetono ogni due settimane. I dati statistici raccolti fin qui evidenziano ben il 90% di pazienti soddisfatti già dopo le prime due sedute.

Acuità visiva Dr Luigi Lodigiani
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